Non è vero che ti cerco

Non è vero che ti cerco
io rimango nel vagone
un cielo di lampadine a strisciare la notte
e il mare offuscato, a stento ritmato, del giorno.
Io rimango come bambina persa
che attende nel circo il ritorno della casa
nel cupo sonno della veglia il bosco che si leva
la pietra che si sbriciola
la sterpaglia infranta nella corsa affannata
che non avviene e sempre inizia.

Io sono nei passi rovesciati
qui rimango
e ogni sera prego
per l’articolazione delle sillabe
in ognuna il respiro, ancora
in ognuna la fresca carezza, ancora
nonostante la febbre della paura.
Inselvatichito l’orto, impossibile il frutto, indicibile il cielo
disumano il miracolo. Orgasmo di libellule
la tua cima per lo spirito randagio
fino a svanire. Ti prego,
cercami tu, mio Dio.