E quando ci fu luce udimmo lo schianto

E quando ci fu luce udimmo lo schianto.
Ascoltammo crollare ogni cosa con il suo ritmo
crollando s’illuminava di pazienza
spezzata di gloria posticipata sempre
di agonia infine liberata, come un gemito.
La luce s’aprì in due parti si divise fra il nostro
guardare e il nostro non guardare. Eravamo
come quelli che spostano la tenda, eppure
dentro i crolli c’eravamo incistati
dentro i crolli c’eravamo abituati
ad abitare.
E quando ci fu luce cercavamo i volti
da guardare, una lastra di pioggia
dura fra noi e le nostre
mani, salutavamo senza decidere
quando fosse il momento di andare
di voltarci di diventare statue
di sale a scioglierci
quando avremmo dovuto infine
accorgerci.

[ERM – 05/11/2019]

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