Ciotola levigata con sorso dentro
un torsolo nella mano un bancale e un balcone
stralci di nubi stralcio fogli che volano via
si alza il maestrale
coibentato il vento
specchio nelle fosse del sale
fra i pini che fuggono alle spalle
conti che fecero ombre che traghettano
senza vele e bandiere che si ritorcono
nella cenere cadendo gli anelli e i fiumi
come solchi tra le strette sequenze di rocce
mentre spaccano sole e luna come
minerali e fossili disutili non reggono
vogliono solo
annuncia che sono finiti
per questo nitriscono e abbaiano e saltellano
ma la spocchia scivola a terra il sangue
risorge più gioioso di prima le mucche figliano
e i solchi nel volto diventano
paesaggi incontaminati.
Che suonino i loro campanelli che vadano
a battere le loro campane ormai il metallo
obbedisce ad altro e i cerchi d’acqua si divertono
lontano dall’incubo e le loro ginocchia tremano
quando cade il tormento cade l’illusione.